Andamento del clima e fenomeni metereologici di rilievo nelle Marche centro-meridionali
Rossano Morici: Fine della Piccola Era Glaciale: Pessimum, Optimum e due vulcani.
L’opera è stata presentata insieme ad altri tredici lavori al 54° convegno tenuto dal Centro Studi Storici Maceratesi ad Appignano nei giorni 24-25 novembre 2018. Il tema del convegno, L’andamento del clima e fenomeni meteorologici di rilievo nelle Marche centro-meridionali, riguarda gli aspetti climatici della parte della regione che dal centro si rivolge al sud marchigiano. Le fonti di informazione sul clima generale delle Marche dopo il 1860 sono complessivamente rappresentate dagli Atti dell’Inchiesta Agraria Jacini, con il compito di far conoscere la situazione agricola e la condizione della classe dei lavoratori dei campi all’indomani dell’unificazione dell’Italia. Tale inchiesta effettuata nel 1877 dal conte Stefano Jacini insieme ai suoi collaboratori, è raccolta in 15 volumi e 22 tomi ricchi di indagini, questionari, resoconti verbali, appendici e tavole statistiche anche meteorologiche delle regioni italiane.
Per il presente studio abbiamo estrapolato dal volume XI la meteorologia delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro. Per quanto concerne le altre località del litorale adriatico quali Fano, Senigallia, Porto Recanati, Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto, non siamo riusciti a trovare studi anteriori al ventesimo secolo che riguardino il clima locale. Un ampio orizzonte di studi e scoperte in meteorologia tuttavia apre, a metà Ottocento, la figura Gregor Mendel. A sentire questo nome il pensiero corre subito alla genetica di cui è padre; poco conosciuto è invece il contributo dell’abate boemo alla meteorologia della sua città, Brno: lui ne studiò il clima per 15 anni continuativi.
Il profilo climatico dell’Ottocento è caratterizzato da molto freddo nella prima parte e nel penultimo decennio, con temperature pari a quelle dei secoli precedenti; poi, con l’eccezione appunto del detto decennio, sono seguite temperature progressivamente più calde fino a condurre il clima complessivo definitivamente fuori dalla Piccola Era Glaciale. Per studiare il clima marchigiano nel XIX ci siamo valsi dei dati rilevati dagli osservatori «Valerio» di Pesaro e «Serpieri» di Urbino, unitamente a quelli dell’Osservatorio della Regia Scuola Tecnica di Ancona e dall’Osservatorio di Camerino. Oltre alle città sede di osservatori abbiamo aggiunto la città di Recanati per merito di Antonio Bravi, uomo di lettere che aveva compilato e tenuto aggiornato un suo Diario Meteorologico dal 1852 al 1887. Bravi non è un meteorologo vero e proprio; però la passione, la meticolosità e la costanza lo spinsero a misurare per più di trent’anni i parametri della temperatura, pressione e umidità dell’aria; non possedendo un pluviometro annotò per tutto il periodo i giorni di pioggia (piovosità) e di neve. Nell’Ottocento avvennero due spaventose eruzioni esplosive vulcaniche che provocarono un alto numero di vittime, danni ambientali e alterazioni climatiche in tutto il pianeta, comprese le Marche.
Questo secolo è stato attraversato da gravi carestie ed epidemie di tifo petecchiale e di colera. Per completare il quadro climatico della nostra regione, l’autore ha vagliato e tradotto in grafici i dati climatologici dell’ultimo trentennio dell’Ottocento relativi alle città di Urbino, Pesaro e Ancona, come desunti dagli annuari statistici italiani del 1900 e 1904. Assemblando i vari tasselli, si è cercato di ricostruire una trama climatica integrata e più possibile completa del clima delle Marche nell’Ottocento.