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Fattori climatici e salute

La ricerca di Rossano Morici “Fattori climatici e salute”, pubblicata su Marca/Marche 14/2020, Andrea Livi Editore, non è solo un excursus storico sul rapporto tra ambiente e salute, ma anche una proposta di lettura assolutamente attuale tra epidemie ed eventi meteorologici. Sappiamo che il rapporto tra le malattie infettive e contagiose e gli eventi meteorologici è molto antico, sia nel caso in cui l’ambiente fosse considerato ostile e patogeno, sia quando si cominciò a considerarlo come natura medicatrix, ossia capace non solo di diffondere i contagi, ma anche di sanarli.

L’autore chiama in causa un grande medico ed epidemiologo ottocentesco, Alfonso Corradi, il quale è convinto dell’esistenza del rapporto fra l’insorgenza delle malattie e gli eventi meteo-climatici; di questa convinzione il Corradi aveva fatto il punto centrale della sua grande opera, gli Annali delle epidemie in cinque volumi, in cui gli eventi meteorologici si trovano riordinati insieme a vicende, notizie, malattie, diari e memorie.

Il Corradi non si limitava a raccogliere i resoconti di storia locale sugli eventi meteorologici, ma riferiva notizie circa le più importanti carestie ed epidemie, nella considerazione del nesso che intercorre tra queste e gli eventi climatici. In effetti i medici dell’Ottocento davano grande importanza agli eventi meteorologici (caldo, freddo, umido, ecc.) in ragione della loro influenza sulla salute umana.

Un capitolo importante della ricerca di Morici riguarda i Cambiamenti climatici globali e la salute umana: l’OMS stima che i cambiamenti climatici causeranno 250.000 morti all’anno entro il 2030, tenendo conto solo di cinque aspetti: malnutrizione, malaria, diarrea, virus dengue e ondate di calore. L’aumento termico globale potrebbe far aumentare gli insetti vettori di pericolose malattie infettive. Inoltre potrebbe essere incrementata la capacità vettoriale di trasmissione della malaria già ora molto elevata.

La ricerca prosegue esaminando le problematiche discusse al Simposio internazionale Health and climate change «Se il clima cambia, la salute peggiora», tenuto a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità nel dicembre 2019, in cui si faceva il punto sui rischi che comportano i cambiamenti climatici sulla salute umana.

Nei paesi mediterranei, Italia inclusa, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi quali piogge di elevata intensità, con possibili allagamenti di zone costiere, ondate di calore con elevate temperature medie e massime, periodi più o meno lunghi di siccità, che nel periodo estivo possono favorire l’insorgenza di incendi del patrimonio boschivo e l’incremento di nuove specie dei vettori di malattie. In Italia entro il 2100, secondo le stime più recenti, aumenterebbero i giorni con ondate di calore, passando dai 75 giorni sino fino a 250 all’anno, secondo i due scenari estremi di più basse e più alte emissioni di gas serra.

La penisola italiana può essere considerata quindi come «un vero e proprio laboratorio di ricerca» per valutare l’impatto che il cambiamento climatico potrebbe avere sulla salute della popolazione, per una serie di motivi quali: la posizione geografica, le caratteristiche orografiche e idrografiche, l’estrema variabilità meteorologica delle varie regioni, il diffuso stato di inquinamento, la vulnerabilità idro-geologica e sismica.

presentazione di Eros Gregorini (Responsabile Biblioteca Comunale Antonelliana)

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